Introibo ...

(Paolo Zuliani)

La "concha" acquistata a Larrasoaña,
mi ha accompagnato per tutto il Cammino.

 

Mi accingo a riportare, su queste pagine, il "diario di bordo" del mio viaggio a Santiago di Compostela. E' un diario personale, non la descrizione turistica dei luoghi visti e passati. Racconta come l'esperienza del "Camino" si sia interfacciata con la mia vita interiore. Senza, però, giungere all'intimismo.

Ho desiderato compiere il pellegrinaggio a Santiago dal lontano 1989, quando venne celebrata la Giornata Mondiale della Gioventù (www.papaboys.it). Allora, 32enne, padre di due bambini piccoli (7 e 4 anni), sentii quasi una "chiamata" verso quel pellegrinaggio. Lessi le prime informazioni sul "Camino" sulle pagine di Famiglia Cristiana, il settimanale italiano di attualità e cultura più letto, che pubblico' una sintetica guida. Ma si ammalò mio padre, una malattia che lo condusse, di lì a qualche mese, alla morte. E non feci il pellegrianaggio.

Antichi "viatores"

Successivamente approfondii i temi del viaggio, sia sotto il profilo spirituale che culturale. Acquisii diversi libri e tovai molte informazioni su internet.

Non ho mai letto certa letteratura "esoterica" sul viaggio, che unendo magia, mitologie templari, fascinazioni "new-age", illuminazioni varie, energie libidiche, sincretismi post-moderni, danno una valenza al "Camino" ben lontana dallo spirito che animò, per centinaia di anni, il lento incedere di molti pellegrini che intrapresero il faticoso viaggio per dire una preghiera sulla tomba di uno degli apostoli di Gesu'.

Mi sono reso conto come questo semplice motivo - un pellegrinaggio cristiano - sia, tra quanti fanno il cammino verso la tomba di San Giacomo Apostolo, divenuto in qualche modo minoritario, laddove i viandanti privilegiano altri aspetti, altri motivi, altri obiettivi (trekking, conoscere gente, nuove amicizie, scommettersi, ecc.).

Ho optato per la via francigena, anzichè per quella italiana, perchè, avendo studiato lingua e letteratura francese nella mia carriera scolastica, ho sempre "avuto" il mito del paladino Orlando e di Roncisvalle.

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Glossario

Materiali e logistica

Diario

La "Flecha amarilla"
(il camino di Alessio Barletti)

Ho voluto attendere sei mesi prima di trascrivere lo stringato diario che ho tenuto durante il "Camino", per diversi motivi, il principale dei quali è che ho voluto lasciare sedimentare tutto quello che il pellegrinaggio mi ha dato senza che la rivistazione, a caldo, dell'esperienza potesse inserire elementi spuri, di disturbo.

Il naturale decantamento, la lenta assimilazione di ogni passo del mio "Camino", durata parecchi mesi, mi consente - oggi - di rivedere, rivivere questo importante momento della mia esistenza con gli occhi della memoria, senza che stati d'animo, emozioni, sensazioni, voli della ragione, modificazioni del mio "quadro percettivo", assestamenti apportati alla mia vita interiore venissero - "a caldo" - perturbati dagli inevitabili processi di "normalizzazione" dovuti alla necessità di "rientrare" nella quotidianità ordinaria.

Questo "rientro" da una esperienza sicuramente extra-ordinaria avrebbe necessariamento creato una schisi dolorosa tra il nomadismo quasi randagio del pellegrino - archetipo e metafora, nel contempo, del mito di Ulisse e dell'insaziabile ricerca dell'uomo di ciò che è diverso, più lontano, più grande, più assoluto, più infinito del suo orizzonte abituale -, sorretto nelle sofferenze del suo incedere dalla volonta' incrollabile di raggiungere la meta e la quotidianità del vivere ordinario, frammentato fra mille mete, più o meno importanti; al centro di quel tessuto complesso di relazioni, di azioni, di informazioni, di opzioni che caratterizza il vivere contemporaneo.

L'autore a Santiago (foto Segarra)

Il mio è stato un pellegrinaggio cristiano. Un cammino alla ricerca delle ragioni, all'alba del Terzo Millennio, del mio essere cristiano: un viaggio per ritrovare l'amore di Dio e Dio-Amore.

Il 2 luglio ho sentito con chiarezza un richiamo. Quello di San Giacomo. A quel richiamo ho risposto con forza. Senza sapere nemmeno perchè.

Acquistavo uno zaino più grande di quelli che avevo a casa, caricavo tutto ciò che avevo e ritenevo necessario per il Cammino e il 5 luglio, alle ore 14.00, dopo aver preso un'ora di permesso dal mio lavoro, partivo in treno, verso un ragionevole ignoto.

Quello che segue è il resoconto assolutamente personale di una esperienza: non è una guida. Rimando tutti i dati logistici ad un'altra sezione del sito.


AVVERTENZA & CORTESIA

Questo è un sito "in progress": al di là dell'esperienza - unica - del pellegrinaggio, contiene contributi, dati, testimonianze che, come tutte le cose umane, sono perfettibili. Alcune foto, inoltre, tra le quasi trecento selezionate, sono di attribuzione incerta (per stanchezza o per senescenza, la memoria a volte difetta ...): l'autore saprà tangibilmente mostrare la sua gratitudine a chiunque corregga didascalie sbagliate o errori leggeri o madornali. Ringrazio in anticipo tutti coloro che avranno la pazienza di leggere il diario o le schede variamente "tecniche" e le altre pagine a corollario.

Paolo Zuliani
[paolozuliani@email.it]


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