Glossario iconografico

 

La "credenziale", croce e delizia di ogni pellegrino

CREDENZIALE

Trattasi del documento che viene consegnato all'inizio del viaggio, presso il primo rifugio, su cui si appone, ad ogni tappa e ad ogni luogo significativo, il "sello", il timbro, che attesta l'avvenuto svolgimento del percorso.

Nel mio caso, la credenziale mi è stata consegnata presso il rifugio di Saint Jean Pied de Port, in Francia, e mi ha accompagnato fino a Santiago.

Viene conservata, da tutti i pellegrini, con cura quasi maniacale. I pellegrini si fanno apporre, con orgoglio , il "sello" nei luoghi più disparati, purché ritenuti, in modo del tutto soggettivo, significativi.

Ad ogni arrivo di tappa, la prima cosa che il pellegrino fa è quella di farsi mettere il timbro sulla propria credenziale.

Più che una guida, un compagno di strada

GUIDE

La guida è uno strumento indispensabile per il pellegrino: serve da riferimento per il "camino" e, prima di partire, aiuta ad alimentare la dimensione "del sogno". Il pellegrinaggio a Santiago, infatti, a meno che non sia dettato da motivazioni variamente esoteriche, sulla scorta dei troppi sincretismi para, meta, cripto-mistici derivati dalla cultura new-age ed ampi dintorni, si colloca nella dimensione dell'utopia: è, in qualche modo, pura possibilità, pura speranza che ci risucchia verso di se', direttamente dal nostro futuro.

Tra le tante, che non citerò, io ho scelto questa guida, edita da "Terre di mezzo". Semplice e di rapida consultazione, lascia che i contenuti del nostro camminare li metta il pellegrino. Suggerisce solo soluzioni logistiche ed elenca le cose più significative - tra le tante possibili - che si possono vedere durante il viaggio.

Assolutamente consigliabile.

 

"Attrezzi" del mestiere per pellegrini

ATTREZZI DEL PELLEGRINO

Lo zaino, le scarpe, il bastone o bordone.

Ma a queste tematiche dedico una specifica parte del sito, in cui parlo di attrezzatura e di logistica.

>>> vai alla sezione dedicata all'attrezzatura

 

La compostella

LA COMPOSTELLA

 

Trattasi del documento rilasciato dal delegato episcopale di Santiago che attesta l'avvenuta effettuazione del pellegrinaggio.

Purtroppo, viene rilasciata a chi dimostra, attraverso i timbri della credenziale, di aver percorso almeno gli ultimi 200 km in bicicletta o gli ultimi 100 km a piedi.

E' scritta in latino.

Il quaderno del pellegrino

IL QUADERNO DEL PELLEGRINO

 

Trattasi di strumento facoltativo, ma usato praticamente da tutti i pellegrini.

Oggi, va di moda il formato "moleskine", adottato da Hemingway e da Chatwin.

Il mio era un semplice quaderno a quadretti.

In tale quaderno il pellegrino, anche il più reticente, annota più o meno diligentemente ciò che gli accade durante il "camino".

Serve a pulire la propria anima.

Il rifugio di Pereje

Il primo rifugio a Saint Jean Pied de Port

I RIFUGI/LA LINGUA

Ci sono oltre cento rifugi attrezzati sul "camino". Alcuni rifugi sono veramente spartani e sembrano ai nostri ricoveri di montagna. Altri sono veramente lussuosi, come quello - hi-tech - gestito dalla municipalità di Leon.

All'inizio del "cammino" si trovano dei pieghevoli che illustrano tutti i paesi che si attraversano, la distanza tra i paesi, l'esistenza o meno di rifugi e negozi di alimentari.

Anche se si usa un'ottima guida, questi foglietti divengono indispensabili: suggerisco di prenderne due, in quanto il primo verrà letteralmente "consumato" entro i primi cinquecento chilometri.

Molti rifugi si integrano perfettamente nel tessuto architettonico della Spagna, specialmente quelli collocati in molti piccoli "pueblos". Ricordo con Piacere il rifugio di Torres del Rio (gestito da una milanese), o quello di Pereje, dove prevale la pietra nuda ed il legno.

Nei rifugi la pulizia in genere è buona, ma è buono soprattutto lo spirito di amicizia e solidarietà semplice che si instaura tra i pellegrini. E' in questi rifugi che si percepisce concretamente quanto sia elevata e diretta l'ospitalità del popolo spagnolo.

Lo spagnolo, o, meglio, il castigliano, è una lingua abbastanza vicina all'italiano. Tutte le guide sono comunque dotate di un vocabolario essenziale, che si rivela in genere sufficiente per poter sopravvivere durante il "cammino".

Comunque, dopo un mese di permanenza in Spagna, anche il pellegrino più reticente e scarsamente vocato per le lingue riesce a comprendere sufficientemente un discorso e a farsi capire nelle situazioni di vita quotidiana.

 

Una tipica cena del pellegrino ... o no?

MANGIARE: DOVE E COSA

In Spagna si mangia decisamente bene. Si hanno cibi genuini e di buona qualità e si bevono buoni vini.

In tutti i paesi posti sul "cammino", le trattorie propongono tutti i giorni salvo, di solito, il sabato sera e la domenica, i "menù del dia" o i "menù del peregrino", a prezzi veramente modici. Di solito i pasti sono composti da un abbondante primo (che varia a seconda della cultura alimentare dei luoghi dove si passa), un secondo di carne o di "pescado" (il pesce è fresco dappertutto!), verdura, un "postre" (o dolce locale o frutta). Il tutto condito da mezzo litro di vino o di birra.

Tra i mangiari più tipici segnalo le salsicce, la minestra di lenticchie (una manna, per il pellegrino), le "tortillas". Ogni regione ha i suoi cibi ed i suoi vini (splendidi i rossi della Rioja, i bianchi del Bierzo).

In alcuni casi, vi sono per i pellegrini offerte veramente speciali, come a Roncisvalle, dove si è potuta gustare la famosa trota dei Pirenei, decantata da Hemingway in "Fiesta". A Cizur Menor, dopo Pamplona, vi è un'antica osteria che per una cifra ragionevole consente ai pellegrini di mangiare a sazietà. A Melide, conviene abbandonarsi, anche se si transita di mattina presto, nelle immense "pulperie" popolari, dove si può degustare il mai abbastanza troppo celebrato "pulpo", abbinato all'ottimo vino bianco della zona. A Santiago e a Noya (lo sbocco al mare di Santiago), il pesce è veramente ottimo.

Il pellegrino imparerà presto, però, ad alimentarsi con parsimonia, "ascoltando" le esigenze reali del suo corpo.

Salvo i primi giorni, mi sono nutrito, durante le camminate, di arance (quelle di Siviglia maturano in estate) e di "platanos" (le banane sapidissime delle Canarie), integrando la dieta con albicocche secche, mentre di sera o cenavo in trattoria o si allestivano corali e allegre spaghettate nei rifugi.

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