LEON - Martedì 23 luglio 2003

Leon - La Cattedrale, lato sud

Leon - La Cattedrale, ingresso principale

Leon - La Cattedrale, il rosone

Leon - La Cattedrale, il portico istoriato

Quella perfida, piccola "ampulla" sul migliolo sinistro del piede, mi fa impazzire, Ieri sera ho preso l'aspirina e sono andato a letto alle 8.00.

Questa mattina, sveglia alle 5.00, sono sudatissimo. Il piede e il dito mi sembrano a posto.

Facciamo dieci chilometri e il migliolo del piede mi fa, progressivamente, impazzire. Come è possibile che un piccolissimo dito di piede possa letteralmente abbattere un uomo alto 190 cm e dotato di cento chilogrammi di massa?

Sento la febbre che mi brucia le ossa. Saluto frettolosamente l'amico Jean Claude e, in autostop, torno a Leon.

Mi trascino in ambulatorio medico, dove mi curano l'ascesso al mignolo. Non è infetto, per fortuna. Prognosi: tre giorni di stop. Riposo assoluto; una medicazione al giorno; piede in alto.

Non torno al troppo freddo rifugio municipale. Vado all'albergue delle monache benedettine del Collegio di Santa Maria di Carbajal.

Aprono solo alle 11.00. Dovrò chiedere se mi terranno un paio di giorni. Sono seduto al sole, tremando per la febbre, in una panchina della piazza davanti al monastero.

Un dilemma mi lacera. Potrò continuare il Cammino, visto che il problema dipende dagli scarponi, nati per escursioni in alta montagna e troppo rigidi per camminare in pianura? O sarà meglio ritornare a casa, alla luce anche di quello che sta capitando alla mia famiglia, a Gorizia?

Andrò a chiedere lumi a qualche sacerdote, sperando trovarne qualcuno che capisca l'italiano. Intanto, mi farò almeno una giornata di riposo, poi si vedrà!

C'è indubbiamente una "mistica" del Cammino. Come mi ha detto una signora di Madrid, in cammino con marito e figlioletto, "El Camino te habla!", il cammino di parla.

Ed è vero.

Cosa mi dice, ora, il cammino, con questo repentino ritono a Leon?

Cosa devo trovare a Leon?

Stupendo ed accogliente l'albergue delle benedettine. Dormo, tra brividi di freddo, quasi quattro ore continue.

Mi sveglio, sono infreddolito e debolissimo. Mi devo cambiare la biancheria, madida di sudore. Vado in cortile, al sole, a riscaldarmi. Trovo Marialuisa e Lena: partiranno stasera, alle 22.00, in treno per Barcellona, dove percorreranno un rapido itineriario sulle orme di Gaudì (di cui viene celebrato il 150° della nascita).

Alle 15.00 sono nero di fame. Ho ancora freddo e, nonostante i quasi 40° di temperatura, giro in maglione.

Esco dal Monastero ed incrocio Marta, simpatica insegnate di spagnolo di Barcellona. La individuo come la signora oberata dal peso dello zaino più volte incrociata durante le precedenti tappe. Pranziamo assieme. Mi racconta di lei. Le racconto di me.

Mi suggerisce di prendere scarpe di ginnastica, al posto delle pedule. Troviamo un grande magazzino in cui, pero', non troviamo scarpe del mio numero (47,5).

Rientro in Monastero. Parlo con la Superiora della mia necessità di confrontarmi con qualcuno. La suora si attiva e, dopo un poco, mi viene comunicato che stasera, dopo la messa, potrò avere un sostegno spirituale con un sacerdote che parla italiano.

Leon - Le terse linee gotiche della Cattedrale

Leon - Particolare della Cattedrale

Leon - L'interno accogliente del rifugio delle Benedettine

Leon - La Cattedrale: il rosone e le famose, splendide vetrate

Leon - La Cattedrale, vista dai vicoli vicini

Leon - La "piazza del grano", con la Chiesa delle Benedettine

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