EIREXE - Mercoledì 31 luglio 2002
Ferreiros - 100 km a
         Santiago Portomarin Riposo,
         riposo e riposo. Mi costa, ma lo uso
         inegralmente. Un letto alla francese (o alla
         friulana), da una piazza e mezza. Una camera molto grande,
         con soffitti e pavimenti in legno. Mobili rustici di ottima
         qualità. Ceno alle 20.30 con una coppia di
         Madrid: insegnante lei e avvocato lui. Dopo cena mi
         addormento subito. Parto alle 6.30. Freddo
         polare. Poco prima del desajuno, a
         Ferreiros, incontro il fatidico segnale ("marcado") che
         avverte il pellegrino che sta entrando negli ultimi cento
         chilometri. Oggi, però, non farò più di
         33/34 km (giungerò, pertanto, sino al
         72°/73° km dalla meta!). Cammino per una zona bellissima.
         Alberi antichi, sentieri accompagnati da muri a secco di
         pietra piatta. I paesi, piccoli borghi con case in
         pietra e tetti in ardesia, si susseguono; le strade e gli
         odori ricordano che l'allevamento delle vacche è la
         principale attività agricola della zona. Bella Portomarin, con la
         Chiesa-Fortezza di San Nicolas, rigorosamente chiusa e senza
         "sello", che si rispecchia sul lago di Belesar. Poi, la campagna cambia, si
         banalizza. Nei villaggi non si trovano più né
         acqua né negozi. Giungo, quasi alle 14.00, a
         Ligonde. Mi fermo subito dopo, nello sporchissimo rifugio di
         Eirexe. Mi è venuta una nuova
         vescica sul piede sinistro. Appena arrivo, due gocce di pioggia
         rinfrescano la mia siesta. Il Cammino predispone l'anima
         all'amore. Apre il cuore alla luce intensa, abbagliante
         dell'amore. Il corpo, "tabernacolo" dell'anima,
         divente sensibile ad ogni sollecitazione d'amore: si
         commuove quando vede, giorno dopo giorno, il cielo che si
         illumina ad ogni alba; si riscalda con il tepore del sole;
         rabbrividisce all'aria fredda della sera spagnola; trema nel
         percepire la bellezza di un paesaggio, il cinguettio degli
         uccelli; suda e freme, nel contemplare la bellezza di una
         donna. Dio, nella creazione, ha voluto che
         l'anima fosse consustanziale al corpo. Quando anima e corpo,
         unitariamente, vibrano al fuoco intenso dell'amore, questo
         è il migliore "magnificat" possibile alla Gloria di
         Dio Domani Ribadiso de Baixo o Arzua:
         ultima otte sul Cammino (se Dio vuole!), e poi
         Santiago. Eriexe - Il campanile della
         Chiesa Eriexe - La
         Chiesa Ligonde - Paesaggio Eirexe - Horreos  
   
 
       
   
          
      
         
         
         La Chiesa-fortezza di San Nicola che si rispecchia nel
         lago
          
   
       
          
      
         
         
          
   
         
         

![]()