PUENTE LA REINA-ESTELLA
14/07/2002

 

L'allegra babele.

 

Credo che dopo tre giorni ci stiamo lentamente calando nel vero spirito del Camino. Un Camino che più che di sassi, strade, sole e vento è fatto di gente. Di ogni razza, lingua e pensiero. Storie di genti lontane che si incrociano, sentendosi vicinissime, per poi riallontanarsi al ritmo incessante del passo dopo passo. Oggi abbiamo avuto la riprova che nel Camino non si è mai soli: spagnoli, francesi (tanti), tedeschi, ciclisti o a piedi, vecchi o giovani, in gruppo o singoli. Fa impressione, ed un po' di tenerezza, un babbo tedesco solo con il proprio biondissimo bambino di 5 anni, che con lui corre e cammina; sembra che i suoi occhi nascondano malinconia ma è difficile capire perché. Dasy è una inglese simpatica e carina che ci accompagna per un lungo tratto raccontandoci la sua bizzarra storia. Loredana sembra uscita da un film. Nella vita le ha provate tutte, almeno così racconta, e sembra che il Camino sia l'ennesima sfida, difficile per le sue gambe ma non per il suo spirito. Nadia è una ragazzona tedesca che vive a Maiorca e che si apre agli altri con sangue molto latino. Tra tutti c'è la voglia di capirsi, di starsi ad ascoltare e di raccontare e la lingua è solo un dettaglio, a tratti irrilevante, segnato da un confondersi di accenti ed errori grammaticali che segna, con la vera riuscita dell'esperanto, un cammino fatto anche di parole.

Quella che doveva essere una tappa di recupero si è trasformata in una legenda per imparare a leggere il Camino. Siamo partiti con la pioggia intorno alle 8.30. Estella è 21 chilometri più avanti. La strada è tutto sommato piacevole, persa tra campi di grano segati, interrotti da case isolate o chiese romaniche. Le fonti sono abbastanza frequenti, anche se l'acqua sa completamente di cloro. A Ciracqui, bel paesino con fonte, chiesa, alcuni bei portali e sello "self service", compriamo le nostre provviste per il pranzo aiutati da Loredana, maestra di spagnolo. Ci adeguiamo al suo ritmo e la aiutiamo nella sua salita. Lorca, dove pranziamo in un giardinetto con acqua buona ed un bar, è il primo segnale di questa Babele. Tanta gente, molte donne, con cui condividiamo biscotti, formaggio e cioccolata. Da li a Estella è una lunga e facile discesa con la sola interruzione di un borgo con una bella chiesa ed una fonte (Villatuerta). Estella si presenta subito con il suo Albergue all'inizio del paese (114 posti, 3 Ä + 2,5 Ä se si desidera la colazione il giorno dopo), pulito, ma gestito con metodi militari. Dopo una visita attenta al paese, carino se non fosse che essendo domenica è quasi tutto chiuso, chiesa compresa, rientriamo attraverso una zona completamente cadente, tra sporco e ruderi. La sera siamo tutti riuniti intorno ad un tavolo: io, Graziano, Loredana, Nadia ed un ragazzo tedesco, Pedro, un brasiliano simpaticissimo ed alcuni spagnoli. Ma tutti ci capiamo, o per lo meno, proviamo a farlo. Tortilla, linguette al tonno, salame, formaggio e vino sono la nostra cena. Cerchiamo di darsi aiuti e consigli. Benvenuti al Camino!!! Compagni che passeranno, altri ne arriveranno. Ma ormai tutti ci sentiamo legati. Marinai di uno stesso equipaggio. A letto ancora ridiamo, vicini di posto ,e gli occhi di Nadia ti augurano la buona notte ormai già al buio. Anche così si loda il Signore.