PALAIS DEL REY-RIBADISO DE BAIXO
01/08/2002

 

L'attesa.

 

Si tratta di quella che precede i grandi eventi, mista tra ansia, voglia e paura. Domani dovrebbe (il condizionale è d'obbligo nel Camino) essere il giorno dell'arrivo a Santiago e la sensazione è strana. Come la notte prima di un esame, prima di una partita importante, prima delle nozze. La vita (ed in questo caso tutto il Camino) ti scorre davanti. Ripercorro le strade, i luoghi, le parole e le persone e questo ti fa nello stesso tempo piacere e timore che scompaia sul Portico della Gloria. Gli spagnoli dicono che la prima settimana si soffre, la seconda si guarda il panorama, la terza si trascende e la quarta si vola. Al ventunesimo giorno e con un fisico che non ti permette di volare, mi sento molto trascendente, anche se ancora non voglio tirare le somme. A pochi chilometri dal termine ci si rende conto, dopo oltre 700 chilometri, che gli ultimi li si potrebbero fare volando. Ma nello stesso tempo si sentono i piedi di piombo, si centellino e si gustano le azioni che per settimane si sono ripetute con una ritualità ormai meccanica. Ognuno vuol farsi trovare pronto e ne migliore stato possibile all'appuntamento per il quale ha versato sudore, sofferenze, ed al quale ha dedicato giorni indimenticabili. Domani c'è Santiago. Punto d'arrivo e di partenza.

La tappa inizia ancora una volta a buio. Due yogurt "miracolosi" prima di partire e via, alla volta di Melide. Imodium e yogurt sembrano aver risolto il problema, il sonno aver portato via la febbre. In compenso mi sento svuotato, di liquidi e di forze. In più il dolore alle spalle si fa più intenso. Fortuna che il sentiero, sempre parallelo o poco distante dalla strada, non è particolarmente impegnativo, pur nel suo nervosismo che rende difficile qualche salita fastidiosa e qualche discesa pietrosa. Si viaggia in una nebbia, costante e fastidiosa, che penetra e bagna ovunque gelandoti le ossa. Dopo circa 15 chilometri e diverse fermate, fra pini, castagni e villaggi, finalmente decenti, caratterizzati da grandi costruzioni sopraelevate per l'essiccamento delle granaglie, raggiungiamo Melide. Si tratta di un centro grande, dove si trova un po' di tutto, noto per il suo polpo alla allega. Dopo una piccola sosta ripartiamo, tra le parole confortanti di Pedro e di altri che conoscono la mia situazione e con i quali più volte ci incrociamo. A Santiago di Boente prendiamo le ultime informazioni da un gentile sacerdote francese. I chilometri, 8 ad Arzua, di strada estremamente vallonata, sembrano non finire mai. Una slavina umana ci travolge in discesa: è il nostro amico Paolo, che a marce forzate ci ha recuperato e dopo un'abbondante Polpo alle 10 (!!) a Melide, sembra una corazzata lanciata con i suoi rimanenti 93 chili. Due chiacchiere sulla tappa e poi via. A Rebadiso de Baixo lo ritroviamo nella coda dell'Albergue che precede quello di Arzua di 2 chilometri. Avendo garantiti due letti, decidiamo di fermarsi, anche perché il mio stà diventando un calvario. Domani ci saranno da fare 40 chilometri, ma è l'ultima tappa e poi…domani è un altro giorno. L'albergue (donativo libero, cucina, docce, secadora) è un ambiente molto carino, una sorta di villaggetto a se stante con tutte case in pietra. Troviamo anche Tina e Teresa, le ragazze di Caravaggio che avevamo incontrato a Boadilla. Colgo l'occasione per farmi fare un bel massaggio da Teresa che è esperta in materia. Mi rimette al mondo. Esce finalmente anche un po' di sole a ridarci calore e fiducia. Anche se già da tempo ne avevo avuto la sensazione, Teresa e Tina ci spiegano della loro convivenza, del desiderio, se possibile, di sposarsi e ci raccontano le loro esperienze e le motivazioni che le hanno spinte qua. Un'altra sfaccettatura, a mio avviso, senza troppa attenzione ai normali schemi, ma sempre molto discreto, che caratterizza il Camino. Uno spaghetto cucinato di fortuna, ma buono, vista l'assenza di pentole, mi rende un po' di energia. Un'ottima serata per capire, in extremis, un aspetto del Camino, curarsi due acciacchi e recuperare qualche energia, prima del lungo rettilineo finale.