La casa natale di Pietro Zorutti a Lonzano
Busto di Pietro Zorutti
Giardini Pubblici - Gorizia
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Il Vate di
Lonzano
Nato nel 1792 sulle rive
dello Judrio, a Lonzano, Pietro Zorutti ha sempre rivestito
un ruolo del tutto particolare nella memoria storica dei
friulani, che, in lui, hanno sempre visto il "Poeta del
Friuli", l'arguto cantore delle genti, della terra, del
vivere, del soffrire e del gioire in quel piccolo "compendio
del mondo" che e' il Friuli.
Pietro Zorutti fu
radicalmente uomo del suo tempo - come ebbe a sottolineare
Pier Paolo Pasolini - ma seppe fortemente e con freschezza
rappresentare il suo popolo, e lo fece nei modi a lui - ed a
coloro cui il suo cantare era diretto - piu' congeniali:
dall'arietta metastasiana, infatti, seppe giungere ai toni
ora liricamente intensi, ora schioccanti, ora graffianti dei
suoi epigrammi; e fu con questi strumenti che si ritrovo'
grande divulgatore della lingua friulana: tramite i suoi
almanacchi, sempre presenti - e sempre consunti - in tutte
le case del Friuli.
Quel Friuli che, per
millenni sottoposto a prove durissime, a divisioni, a
lacerazioni, ad invasioni, a calamita', e' sempre riuscito a
mantenere intatto e fecondo il suo patrimonio
culturale.
Quel Friuli che da tali
eventi ha trovato, anzi, motivo per rinforzare il suo
spirito: da essi tutte le sue genti hanno saputo trarre con
forza la coscienza di essere una civilta' omogenea,
unitaria, compatta.
Ma la qualita' del vivere
in Friuli di oggi ha, come sovente e con amarezza rilevava
Davide Maria Turoldo, subito negli ultimi anni una brusca
accelerazione verso valori esterni, imposti dalla necessita'
del contingente e non sufficientemente maturati in quella
coscienza collettiva che muoveva e tutt'ora muove,
fortificandolo, l'operato del nostro popolo.
Ma il cuore del Friuli e'
rimasto integro. E' lo stesso cuore cantato da Pietro
Zorutti: un cuore che con orgoglio e pacata determinazione
ha saputo dare la forza alle nostre donne ed ai nostri
uomini di ricostruire il loro mondo dalle tante distruzioni
del passato; e' lo stesso cuore che continua a pulsare in
ogni friulano e che, con profonda convinzione, credo sapra'
condurre il Friuli a quel grado di civilta' che non e' mai
stato compiutamente realizzato. Civilta' che dovra' comunque
essere costruita sulle basi solide della nostra storia e non
su artificiosi velleitarismi.
Non possiamo, in
conclusione, che ringraziare ancora una volta Pietro
Zorutti, capace di condurci, nella sua memoria, ad un
fecondo momento di riflessione sul futuro della nostra Terra
e della nostra cultura: riflessione che, si auspica, possa
porre le premesse per giungere a quella rinascita friulana
di cui solo da poco si stanno vedendo positivi, anche se
ancora troppo sporadici, segnali.

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