SANTIAGO DE COMPOSTELA-BARCELLONA-FIRENZE-BORGO
04-05-06/08/2002

 

Il ritorno.

 

La strada e l'autostrada che rapidamente ci corre sotto i piedi (non abbastanza visto che 35 ore e mezzo di pulman in due giorni sono difficili da digerire) ti riporta pian piano verso i ritmi e la vita di tutti i giorni. I paesaggi, che strada facendo osservavamo nei minimi dettagli, sono ora rapidi flash che sfrecciano dal finestrino. La sensazione è strana, specialmente nel tratto di strada che fino a Burgos, correre parallelo e si interseca con il Camino che anche noi abbiamo fatto, con le strade che il nostro 1.100.000 passi ha segnato. Frecce, schegge impazzite che fanno riaffiorare fatti, persone, parole. Che ti riportano indietro in un viaggio a ritroso che altri, stanno ripercorrendo ancora a piedi. I sorpassi che il mitico Candido Gonzales, autista di pulman che interpreta il proprio lavoro come un orgoglioso capitano di vascello, vanno molto lontano da quello spirito di attesa che il Camino ci aveva portato. Le grandi e belle città sono solo stazioni nelle quali montare o scendere persone. Due milanesi pettegole, in prima fila raccontano a voce alta di un Camino che ha molto poco a che fare con quello vero, ma, visti anche gli altri racconti, siamo contenti di essere lontani da quello spirito. La notte è un tentativo a tratti vano di dormire, tra freddo, scossoni e qualche parola. Una biondina, gentile e carina è mia compagna di viaggio, interessata alla nostra avventura, che mi tiene compagnia mentre Graziano è andato a dormire in fondo. Barcellona ci accoglie alle prime luci dell'alba e, in attesa di ripartire, ci offre, dopo aver collocato i bagagli ed in modo un po' artificioso i nostri bastoni nella consegna della stazione, l'opportunità di vedere qualcosa. Casa Batllo, Casa Milà, la Sagrada Familia, una lunga passeggiata tra le Ramblas, un fiume di gente confusionario e variopinto, pieno di italiani nel quale è bello perdersi fin sotto il monumento di Colombo. Un pranzo in un vicino ristorante basco che già conoscevo e quindi il ritorno a Sants, in Metro, per prendere il successivo pulmann. La cosa è un po' confusionaria ma…quanto meno il check in mi fa conoscere Giulia e Francesca, due simpatiche ragazze dell'empolese, con le quali scoppia subito una sorta di "amore lessicale": da troppo ci mancano, ad entrambi le belle nostre "C" aspirate e fare due chiacchere è un piacere. Viene il momento di salire. Grande abbraccio e reciproco ringraziamento con Graziano. Bravo Graziano!!! Ti meriti un triplo elogio per tutto quello che sei riuscito a fare, per l'appoggio che ci siamo dati vicendevolmente per l'umanità, del quale non dubitavo mostrata. Il suo pulmann, per Milano, è una Babele di razze e di lingue. Per noi è un po' più piacevole: uno scambio di racconti sulle rispettive esperienze (le ragazze tornano da 10 giorni ad Ibiza), due chiacchiere sulla vita di tutti i giorni, uno sguardo al film che i nostri due autisti ci propongono e si arriva all'ora di dormire. La Liguria ci offre il primo caffè in Italia, la Versilia un nubifragio nel quale si fatica a procedere. Ancora tante volte nella notte mi sono incantato a ripensare a rivedere tratti di strada percorsi in un film che mi è ancora chiarissimo. Firenze mi aspetta e salutate le mie compagne di avventura cambio il terzo autobus. L'arrivo a casa è sempre una festa, tra abbracci, piccoli regali ed i primi racconti. La mamma è finalmente contenta di rivedermi tutto intero, e 4 chili dimagrito. Il babbo sembra orgoglioso ed appassionato dalla cosa. La nonna commossa: capisce che le sue preghiere hanno portato i frutti sperati. Le prime visite sono per Don Giancarlo, Umberto, Giacomo che, in modo diverso, hanno seguito il nostro Camino. Un lungo viaggio ed una conclusione che deve essere il trait d'union tra il Camino in terra spagnola e quello che in un fresco pomeriggio di agosto riprende: ULTREYA Y SUSEYA. Sempre avanti, sempre in alto…..