SANTIAGO DE COMPOSTELA
3-4/08/2002

 

Santiago e dintorni.

 

Un buon sonno. Ci voleva proprio dopo tanto camminare. Ti rilassa, ti rimette in sesto e, forse, ti riporta un po' all'ordinarietà delle cose. Alzarsi alle 8.15 sembra già tardissimo. Pare impossibile non doversi rimettere la mochilla e camminare. Con calma cominciamo a fare le nostre cose. Anche se uno è ancora felice ed entusiasta per l'emozione del giorno prima, adesso il confine tra pellegrino e brusita si è estremamente assottigliato. Santiago offre tantissime chiese, palazzi. Ma scritto qualcosa sui nostri diari all'interno di un bar, fatto colazione ed avute delle informazioni all'Oficina del Turismo, scegliamo di prendere un autobus che ci porti, se non a Fisterre, quantomeno sull'Atlantico. Metto speranzoso il mio costume, e ricollocati i nostri zaini all'Albergue, con 45 minuti e 4 Ä e mezzo siamo a Noia poco prima delle 14. Il paese è carino, turistico. L'aria è salmastra. I gabbiani svolazzano tra palme che sinceramente fanno esotico ma c'entrano ben poco. Ma la spiaggia è lontana 5 chilometri, e non ci sono autobus fino a tardi. Mettere a mollo i piedi nel porticciolo sul quale corre una nebbiolina irreale, di poco allevia la nostra delusine. A consolarci ci pensa Manuel Sampayo, gestore del ristorante La Portena, spagnolo trasferito in Argentina e quindi in Canada, dove aveva lavorato con molti italiani, e quindi tornato per darsi alla sua passione: la griglia. Per soli 12 Ä (!!), ci prepara un pranzo pantagruelico, dal primo all'Aguardiente, passando per pesce, grigliata, contorni, tre tipi di dolce, tutto ottimoed in grande quantità, annaffiato da buon vino locale. In clima festoso e amichevole: dopo tanta sobrietà, il Signore ci concede questo "strappo alla regola". La sera solo 3 pesche basteranno ed avanzeranno. Una bella passeggiata sul lungomare e di nuovo in pulman per Santiago. Incontriamo numerosi gruppi che, con la nostra stessa emozione provata ieri, si apprestano ad arrivare alla Cattedrale. Incontriamo anche tanti compagni di viaggio, anche solo di un attimo, e per tutti c'è un abbraccio ed un saluto. Sappiamo che al Seminario Menor, dove siamo alloggiati, alcuni zaini sono stati rubati. Questo ci spinge ad essere più rapidi, anche se sappiamo di non averci lasciato niente di valore. Ci dividiamo nella confusione di Santiago, tra turisti, bancherelle, botteghe di gadgets e bar. Sembra un po' Lourdes, e diversi luoghi della fede, fuori dal cancello che separa sacro da profano. Vedendola da fuori, anche se anch'io ne approfitto per comprare qualche piccola cosetta da portare a casa, può sembrare un vile mercimonio, per cui altre volte anch'io mi sono arrabbiato. Ma tutto sommato se la si guarda dalla parte di chi ci vive non c'è niente di male ed infondo Tutto è molto meno blasfemo e più discreto che altrove. Ci ritroviamo in Plaza dell'Obradorio, dove incontriamo anche Teresa e Tina. Poi al Seminario dove per fortuna, la nostra roba è salva. Ne approfittiamo per imballare la nostra roba e fare prima domani. Poi l'ultima visita alla bellissima Santiago by night. Altri saluti ed altri abbracci: il Camino è un fiume in piena e la gente arriva continuamente ad ogni orario. C'è anche Marta, che ha fatto le corse per arrivare. A letto addirittura a mezzanotte. La mattina sveglia tardi, colazione e dopo, altri giri prima della Misa del peregrino. E' alle 12, ma c'è una vera e propria fila. Già alle 10 la città scoppia di turisti, che si intrufolano ovunque. All'ingresso della Messa (peccato che non ci sia il Butafumeiro in funzione!!) cerchiamo di recuperare la dignità di pellegrini. Il momento è emozionante. Anche se il pellegrinaggio continuerà anche a casa questo è l'ultimo "atto ufficiale" in terra di Spagna. Si cercano di raccogliere le ultime idee. La Messa è bella e solenne anche se all'inizio l'elenco di chi è arrivato sa molto di appello scolastico. Forse come mai sono attento al Vangelo ed all'Omelia, tutta rigorosamente in spagnolo. La Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci sembra fatta apposta per l'occasione: moltiplicata la nostra "piccola grande esperienza" sarà nutrimento per gli altri. All'uscita rivedo tanti momenti del mio Camino. In piazza non nascondo goccioloni che mi cadono dagli occhi come ad un bambino. Il groppo in gola è identico ma diverso da quello di Roncisvalle. Il Camino continua, ma anche qui, come allora, viene da chiedersi "perché?", "chi me lo fa fare?", di tornare alla vita, a volte vuota, di tutti i giorni. Una corsa fino alla stazione degli autobus. Più volte mi giro per vedere l'ultima volta le guglie della cattedrale, così bella, che il Maestro Mateo ha lasciato come sua personale testimonianza. Abbiamo salutato Paolo, Marta, Teresa, Tina altri arrivati appena in tempo per prendere la Misa. Ormai è tempo di partire. Addio Hermanos, fratelli…..o meglio…. Arrivederci.