BORGO-CARCASSONNE (in auto)

11/07/2002

 

Perché?

 

O forse, meglio: Chi me lo fa fare? Diverse volte, soprattutto in questi ultimi giorni, mi sono fatto queste domande, soltanto in parte dando una risposta credibile. Sono diversi i dubbi che ti assalgono, aumentati soprattutto dalle parole di chi si organizza ferie tranquille, tra mari, discoteche o, al massimo, città d'arte. Non, con questo, che la paura mi sia saltata addosso, ma, ed il babbo me lo conferma (e credo in questo la sua esperienza sia importante), alla vigilia di una cosa a cui si tiene e che comunque richiede uno sforzo, i dubbi crescono. Un modo per ringraziare Dio per tutto quanto ci ha dato, per chiederGli qualcosa o per raccomandarGli me e qualcun altro ( se realmente ha bisogno di un promemoria). Forse semplicemente per cercarLo e sentirLo più vicino in un momento in cui, troppo spesso e per colpa mia, ho preferito mettere dei tappi nelle orecchie, scoprendomi poi solo. O molto più umanamente per una sfida con me stesso, per capire ciò che può il mio spirito ed il mio fisico, ultimamente un po' appesantito. Se a questo si aggiunge la voglia di vedere posti validi, la possibilità di incontrare persone che comunque hanno qualcosa da raccontare, forse si da parziale risposta alle domande iniziali. Ma credo che l'esperienza vissuta nel 99, sia alla base della scelta: l'arrivo silenzioso e ricco di pensieri dei pellegrini al Gozo mi ha stregato e convinto a provare questa piccola grande impresa che il futuro ci svelerà come andrà a finire. Con questo carico di dubbi, di richieste che qualcuno ci ha fatto, con quei tanti "verrei anch'io" che ci hanno accompagnato negli ultimi giorni e che puntualmente ci hanno fatto partire in due, insieme a Graziano, siamo partiti a presta ora da Borgo San Lorenzo. Graziano è un bergamasco, di Caravaggio precisa lui, di 23 anni, che abbiamo conosciuto durante l'esperienza Borgo-Roma del 2000. Lo avevamo raccattato, solo e con problemi di disidratazione, lungo il cammino e lo avevamo portato con noi. Ci aveva colpito la sua esperienza, la sua storia segnata da una grave malattia ed una miracolosa guarigione. E dal suo carattere, buono e gentile, che ci h legati al di la delle distanze. Gentile come oggi pochi se ne trovano è abituato a soffrire, non si lamenta se non in casi estremi ed anche se a volte sembra un pulcino appena uscito dall'uovo, è abituato a trovare i lati positivi da ogni situazione. Nel tempo Graziano è diventato borghigiano adottivo, diverse volte nell'anno viene a trovarci e tra noi due l'accordo di questa "spedizione" è nato quasi per scherzo, senza allenamenti o cose varie, solo con qualche conferma telefonica. Anche lui parte con il suo carico di dubbi e di speranze ed in due, male che vada, speriamo di essere abbastanza legati e di farci forza, nel caso fossimo isolati, l'uno con l'altro. Un appoggio, quando si hanno dei dubbi è fondamentale e credo che, anche per una certa diversità di carattere, con Graziano siamo abbastanza complementari. In questa prima fase, automobilistica, del viaggio, ci accompagnano babbo e mamma che, diretti in ferie in Francia, si sono prestati ad una deviazione che ci ha sicuramente facilitati non poco (credo anche per il desiderio non detto della mamma di stare qualche ora in più con il suo bambino che non vedrà per un mese). Ma ora tocca a noi.

Il primo giorno è filato, stancante ma senza problemi particolari. Tra le curve della Liguria, un pranzo a Ventimiglia, tra caldo, pane di Omero ed affettati e le grandi spianate francesi. Si scordi, chi vorrà fare questa esperienza, di andare in un solo giorno a Roncisvalle e non partire stanco al mattino seguente. Meglio due giorni, minimo uno e mezzo, se si vuol partire di buona lena. I chilometri sono tanti, e non facili ( l'alternativa, forse l'unica, è il treno, l'unico che renda un po' l'idea del pellegrinaggio). La sera la sosta è a Carcassonne (che consiglio vivamente a tutti e che meriterebbe una giornata nella sua città, magari con un gruppo misto di amici) che ci ha offerto una bella passeggiata nel centro illuminato tra locali curati ed una "mondanità molto sobria". Un tranquillo, ma caro, campeggio ordinato e pulito, ci ha fatto prendere sonno nelle comode (senza ironia!)doghe di legno della veranda di un bungalow vuoto, che ci ha salvati da un vento fastidioso. Aver visto Carcassonne è già un risvolto degno, visto che in altri viaggi, per un motivo o per l'altro, l'avevo solo sfiorato dall'autostrada. Domani cercheremo di partire presto e , magari, nel pomeriggio, già fare la prima tappa del nostro cammino. Un cammino da fare a ritmo umano ( No tener prisa, non avere fretta, dice una regola del pellegrino) e che deve essere solo parte del nostro cammino della vita. Eccolo il tema di questo viaggio/pellegrinaggio: un cammino a cui mettere in fondo puntini puntini e non un punto e fine.